SONO SALITO SULLA CIMA DELLA MONTAGNA, E LÌ HO CERCATO UNA VISIONE.
Io
quella notte
c’ero.
Io quella notte c’ero.
Non avevo modo di capire, poiché la realtà cambiava ogni momento.
Perché ero immerso, sì, nei miei pensieri ma sono sicuro: ero vigile.
Foglie e radici in abbondanza, rami piccoli e bacche colorate e poi api, api dappertutto.
In una specie di processione ordinata e spontanea, procedevano con calma e noncuranza verso una meta che sembrava la stessa per tutti.
Tutti.
Non saprei dire chi erano quei tutti,
perché non erano uomini, non erano animali.
Non so cosa ho visto perché tutto era irreale: camminavano umani e mi guardavano animali.
In qualche modo, ebbi la sensazione
di essere uguale a loro.
Di essere parte di quella specie di gesto naturale dell’andare.
Erano animali ed erano uomini
e andavano alla montagna
con ceste di profumi e raccolte di aromi.
Andavano.
Andavamo.
A portare in dono i raccolti, ad unirci alla sostanza.
A diventare
lo Spirito della montagna
Non ci sono più andato e non l’ho mai più visto.
Fino a ieri.
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